H7-25 | Gear Exposed

di Marco Baldini

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[Lo scorso 5 ottobre, il duo elettroacustico H7-25, composto da Damiano Meacci e Gianluca Catuogno, ha portato il suo set nel contesto del Tempo Reale Festival. Abbiamo intercettato i musicisti per un’intervista incentrata, come di consueto nella rubrica Gear Exposed, sulla strumentazione e sul suo utilizzo nella performance. Foto di Giulia Sarno.]

Damiano Meacci Nel mio set c’è tutta una parte analogica che di fatto è costituita da microfoni, tre microfoni in tutto. Quelli visibili sono due: il primo è un microfono cardioide che uso sugli oggetti da amplificare, elaborare e modificare. L’altro è un unidirezionale, che uso per registrare elementi d’ambiente, creare dei feedback, riprendere cose che fa Gianluca oppure che ho generato io. Il terzo microfono si trova sotto una tavoletta: in realtà lo uso sia percuotendo o manipolando la tavoletta in vari punti della sua superficie con materiali diversi, sia per amplificare oggetti che ci appoggio sopra. Poi ci sono tanti oggetti, che sono quelli che generano i suoni che poi utilizzo.

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Sempre nella sezione analogica del mio set ci sono due canali del mixer dedicati a quello che viene chiamato no-input mixer, fondamentalmente una parte di feedback. Poi c’è una componente che uso come controller analogico e impiego anche per interagire con degli elementi di DSP che poi vengono controllati da un device. Si tratta, di fatto, del controller di tutta la sessione: non c’è niente di preregistrato o preparato. Utilizzo varie tipologie di effetti: insert sui primi due microfoni (quello della tavoletta e il cardioide), poi un send/return collegato a un’altra catena di effetti, mentre sul laptop ho una sessione di Ableton che mi serve soltanto per inserire plug in,Max for live all’interno della chain: si tratta di puri effetti.

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Questo è un controller di fatto analogico ma che si applica su di un synth digitale che ho sul laptop, controller che, in più, ha due sensori capacitivi, dei quali uso quasi sempre solo uno: quest’antenna. L’ho costruito io, è un Arduino. All’aspetto sembra un sintetizzatore analogico ma è di fatto il controller di un synth digitale, un FM abbastanza classico. Poi ci sono dei rec sampler e dual sampler, con i quali campiono dei suoni, li lascio in loop, controllo il volume ecc.

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Gianluca Catuogno Principalmente il mio set è composto da oggetti acustici che, tramite i microfoni a contatto, passano attraverso un’elaborazione elettronica in tempo reale, quindi non c’è sintesi. L’unico strumento che produrrebbe sintesi è questo piccolo Korg Monotron Delay, che però uso unicamente come delay, che sta in una catena hardware di effetti.

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Tra gli oggetti che utilizzo di più c’è un birimbao brasiliano, che ovviamente non suono in maniera ortodossa. Ho sostituito la zucca, che è il risuonatore acustico dello strumento tradizionale (e che a me, lavorando col microfono a contatto, non serviva). Ho però bisogno di qualcosa che dia l’intonazione, quindi applico una semplice fascetta che serve a tenere la corda in tensione. Lavoro molto sulla nota bassa che si crea suonando la corda con un archetto, e sugli armonici che si generano.

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Ho una kalimba (sempre amplificata con un microfono a contatto). Anch’essa, come tutte le sorgenti sonore che utilizzo, ha una catena di effetti appositamente creata. A volte condivido queste catene di effetti, anche se ognuna è costruita sul suono del singolo strumento per arricchirlo e aumentarlo, più che per modificarlo. Utilizzo anche questa stomp box, che in genere usano i chitarristi per darsi la cassa colpendolo con il piede, in genere è fatto di materiale più pregiato, tipo legno, ma fondamentalmente è una scatolina di caramelle. Anche il suono di questo oggetto è filtrato e processato tramite un boom e alcuni effetti che danno un colore corrispondente a layer di percussioni diverse; il timbro è un po’ più metallico, un po’ più a membrana, ma comunque si tratta sempre del suono dello strumento acustico: non c’è nessuna sintesi.

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Ho un set di singing bowls, una più grande che produce un suono molto profondo e due più piccole, che condividono lo stesso piatto di metallo sotto il quale c’è un microfono a contatto. Sono bloccate sul piatto con delle palline di stucco, lo stesso con cui attacco i piezo: lo stucco le stabilizza ma senza bloccare la vibrazione. Le campane vengono poi filtrate, equalizzate e messe in evidenza le frequenze risonanti. Uso anche un piccolo zither per bambini, che utilizzo sia a pizzico che con delle bacchette, come un salterio.

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Poi ci sono i controller per richiamarmi i volumi dei vari strumenti e la pedaliera: ovviamente, avendo le mani impegnate, mi aiuto con i piedi. Mi riesce bene perché ho un passato da organista, quindi con i piedi sono un fenomeno!

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img: © Giulia Sarno

H7-25 | Gear Exposed ultima modifica: 2016-11-08T10:46:44+01:00 da Giulia Sarno

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