I lavori per feedback di Eliane Radigue /1

di Marco Baldini

radigue

[Un focus in due parti sulle opere per feedback di Eliane Radigue, composte tra 1967 e 1971 prima della più nota e documentata fase che vide il suo lavoro concentrarsi quasi esclusivamente sull’utilizzo del sintetizzatore analogico ARP 2500. Molte di queste composizioni sono state pubblicate per la prima volta recentemente dalle etichette Alga Marghen e Important Records grazie al lavoro di riscoperta e digitalizzazione di Emmanuel Holterbach, compositore e musicista francese, profondo conoscitore dell’opera musicale della compositrice parigina.]

[Vai alla seconda parte di questo focus: I lavori per feedback di Eliane Radigue /2; Vedi anche: Eliane Radigue International Conference: Call For Papers]

Ho conosciuto Pierre Schaeffer a Parigi nel 1955. A quel tempo dirigeva Radio France d’OutreMer e lo studio di prove del laboratorio di musica concreta della RTF. Erano i primi dieci anni della musique concrète. (…) A quel tempo abitavo a Nizza, ero sposata e avevo tre bambini piccoli, ma andavo spesso a Parigi a trovare i miei genitori. In occasione di quei viaggi ne approfittavo per fare un salto allo studio di prove di Pierre: iniziai così a fare le mie prime “gamme” di musica concreta e di varie manipolazioni. Non esistevano ancora corsi di insegnamento di musica concreta. Lavoravo con Philippe Arthuis, Pierre Henry e, quando era disponibile, Pierre Schaeffer. (1)

Eliane Radigue, parigina classe 1932, racconta così l’incontro con Pierre Schaeffer che la porta ad avvicinarsi al mondo della composizione elettroacustica e alla musica concreta. Dal 1957 al 1967 la Radigue è costretta per impegni familiari a interrompere la propria attività compositiva, fatta eccezione per qualche partitura grafica che però non è mai stata pubblicata: Asymptote Versatile (1960) e Chess Game, basato su una partita di scacchi fra suo marito Arman e Marcel Duchamp. Nel 1967 torna a comporre, grazie all’invito di Pierre Henry a diventare sua assistente allo studio della RTF, dove lavora all’editing de L’Apocalypse de Jean.
Grazie al lavoro nello studio di Henry, la Radigue può cominciare a dedicarsi alla composizione di materiale proprio. È così che nascono i suoi primi pezzi Jouet Electronique (1967) e Elemental I (1968) dove inizia a sperimentare le tecniche di manipolazione dei feedback:

Lavorare con i feedback è qualcosa che ho imparato con Pierre Henry. Ricordi Le Voyage? C’è una parte fluida fatta con larsen prodotti con un microfono. (…) Il lavoro con i larsen era abbastanza circoscritto, e io, come mezzo per la produzione del suono, preferivo lavorare con due registratori a nastro, il primo impostato sulla modalità di registrazione mentre l’altro riproduceva. Era in questa fase che accadevano quegli imprevisti che rendevano il feedback più ricco. Certamente bisognava calibrare con cura sia le modalità di riproduzione e che quelle di registrazione per evitare che il feedback andasse fuori controllo! Con alcuni piccoli aggiustamenti si potevano raggiungere risultati molto belli: pulsazioni gravi e frequenze altissime talvolta allo stesso tempo oppure suoni lunghi. Tutti questi suoni potevano essere rallentati o accelerati e così avevo a disposizione del materiale fantastico con cui lavorare. (2)

Nel 1969 la Radigue abbandona il lavoro con Pierre Henry per dedicarsi alle proprie composizioni. Grazie a due registratori a nastro Tolana degli anni cinquanta che Henry le regala, riesce ad allestire un piccolo studio privato nella sua abitazione parigina. È proprio «il minimalismo di quello studio a definire parte della sua estetica», come scrive Emmanuel Holterbach. Tra 1969 e 1970 nascono così In memoriam Ostinato (1969), Σ=a=b=a+b (1969), Usral (1969), Stress-Osaka (1970), Omnht (1970) e Vice, Versa, etc… (1970), mentre va perfezionandosi il suo approccio alla manipolazione dei feedback.
Nonostante sia fortemente influenzata dalle tecniche proprie della musica concreta, sin da queste prime opere la musica di Eliane Radigue si distanzia da quel tipo di esplorazione sonora come da ogni accademismo e da ogni altro stile allora diffuso negli ambiti della musica di ricerca. Come spiega Holterbach:

La sua avventura musicale è diretta al flusso, alla stasi contemplativa – una musica di suoni continui, di strutture apparentemente semplici, che permettono lo svelamento e l’espansione di fenomeni acustici di grande ricchezza. In un certo senso si può affermare che sia la stessa texture dei suoni a guidare la forma delle sue composizioni. (3)

In quegli anni Eliane Radigue chiama le proprie composizioni Propositions sonores o Propos Sonore, un termine che potrebbe essere accostato a quello oggi molto in voga di Sound Art. A legittimare ancora di più questo parallelismo c’è l’evidenza che mostra come i luoghi in cui queste “proposte sonore” venivano presentate non sono quelli tradizionalmente consacrati all’esecuzione musicale, ma piuttosto musei e gallerie. Molte delle composizioni di Eliane Radigue del biennio 1969-1970 infatti accompagnano nella loro esposizione lavori di artisti visuali come Marc Halpern e Tania Mouraud.

Del resto il legame tra Eliane Radigue e l’arte visiva è, per forza di cose, intensificato dal matrimonio con Arman, che aveva messo in contatto la compositrice francese con gli esponenti del Nouveau Réalisme, tra i quali anche Yves Klein.  Questi lavori sono in gran parte composti da loop di nastro magnetico di durate diverse che vengono suonati simultaneamente: «con questo espediente, semplice ma ingegnoso (simile all’uso fatto da Steve Reich nei suoi pezzi giovanili) i suoni sui nastri vanno lentamente fuori sincrono, in un gioco di continue mutazioni». (3)

Note
1. G. DEL SOLER, «Eliane Radigue: il tempo dei suoni», articolo e intervista apparsi in Blow up 35 (Aprile 2011).
2. E. RADIGUE, E. HOLTERBACH, «Eliane Radigue in conversazione con Emmanuel Holterbach», Parigi 2004-2010, dalle note di copertina dell’lp Jouet Electronique/Elemental I (2010).
3. HOLTERBACH, «Feedback works 1969-1970», articolo contenuto nel booklet dell’lp Feedback works di E. Radigue, pubblicato da Alga Marghen (2014).

Vedi anche:
Intervista a Eliane Radigue di Cornelia Primosch e Daniela Swarowsky contenuta nel dvd IMAfiction #04 09 Eliane Radigue: ein Portrait von IMA (2009).
E. HOLTERBACH, Eliane Radigue, biografia sul portale web dell’IMA. 
E. RADIGUE, E. HOLTERBACH, «Interview about the Feedback Works, Paris, April 5th, 2011», intervista contenuta nel booklet dell’lp Feedback works di E. Radigue, pubblicato da Alga Marghen (2014).

img: Eliane Radigue, Vice Versa Etc…, Important Records, 2009 (reissue), cover

I lavori per feedback di Eliane Radigue /1 ultima modifica: 2016-03-29T10:40:57+02:00 da Giulia Sarno

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