I lavori per feedback di Eliane Radigue /2

di Marco Baldini

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[Un focus in due parti sulle opere per feedback di Eliane Radigue, composte tra 1967 e 1971 prima della più nota e documentata fase che vide il suo lavoro concentrarsi quasi esclusivamente sull’utilizzo del sintetizzatore analogico ARP 2500. Molte di queste composizioni sono state pubblicate per la prima volta recentemente dalle etichette Alga Marghen e Important Records grazie al lavoro di riscoperta e digitalizzazione di Emmanuel Holterbach, compositore e musicista francese, profondo conoscitore dell’opera musicale della compositrice parigina.] 

[Prima parte: I lavori per feedback di Eliane Radigue /1; vedi anche: Eliane Radigue International Conference: Call For Papers]

Σ=a=b=a+b è il primo lavoro di Eliane Radigue in assoluto ad essere pubblicato come disco. Esce nel 1969 come un doppio 45 giri con una tiratura di 250 copie e senza copertina, che viene realizzata solo qualche anno dopo da Yvon Lambert, in occasione della esecuzione del pezzo nella sua galleria di Parigi. Σ=a=b=a+b consiste di due vinili che possono essere riprodotti e combinati fra loro a varie velocità: 45, 33, 78 e anche 16 giri. I dischi contengono feedback registrati su nastro magnetico. Rispetto ai pezzi successivi questo si presenta come un lavoro timbricamente molto crudo: una particolarità che non ritroviamo nei pezzi successivi (tranne forse Epure in Opus 17).

Usral è diffuso per la prima volta a Parigi al Salon des Artistes Décorateurs al Grand Palais dove viene utilizzato per un mese come soundtrack di una scultura cinetica di Marc Halpern. Il pezzo si compone di tre lunghi loop di durata leggermente diversa riprodotti simultaneamente. Il nome del pezzo, come spiega la stessa Radigue in un’intervista del 2011 a Holterbach, è una compressione fonetica di ultra-sons ralentis (ultrasuoni rallentati): «Realizzai gli ultrasoni con l’effetto larsen, poi li rallentai in modo che potessero svelare i loro colori». (1)
L’installazione è commissionata dalla Philips:

All’epoca la Philips produceva piccole cassette con nastro infinito, le CR10, che potevano essere usate nei registratori a nastro. Erano abbastanza difficili da modificare e non riuscii a estrarre che minuscoli segmenti. Questo mi diede piccole differenze di durata: 9’35’’, 9’33’’, 9’28’’. C’erano tre magnetofoni in un armadietto dove le cassette erano riprodotte. Gli altoparlanti erano alla base della scultura di Marc Halpern, che si muoveva lentamente. (1)

Stress-Osaka è l’unica composizione mai realizzata di un progetto più ambizioso, il Labyrinthe Sonore, al quale la compositrice inizia a lavorare quando le viene commissionato un sonic environment per la Fiera internazionale di Osaka nel 1970. Problematiche di natura tecnica costringono la Radigue a rinunciare alla realizzazione del Labyrinthe e Stress-Osaka è l’unico pezzo inviato alla Fiera. Diffuso nello spazio di una scala mobile, dopo solo un paio di giorni la sua riproduzione viene interrotta a causa delle lamentele da parte dei visitatori, che pensavano che il suono fosse il rumore causato dal malfunzionamento della scala.

Del 1970 è anche Omnht che viene composto per l’installazione ambientale One more night di Tania Mouraud (di cui Omnht è una sorta di acronimo) alla Galerie Rive Droite di Parigi (2). Il lavoro della Mouraud consiste nell’allestimento di un grande ambiente bianco. Per non rovinare l’effetto complessivo dell’opera con degli altoparlanti in vista, Eliane Radigue chiede aiuto a un collaboratore di Pierre Henry, Jean Heuzé, che si occupa della parte tecnica della sistemazione sonora. Dopo qualche esperimento non totalmente riuscito, gli altoparlanti vengono sistemati dietro i pannelli di rivestimento della stanza così da risultare invisibili. Con questa disposizione i suoni che escono dagli altoparlanti mettono in vibrazione i pannelli rendendoli superfici risonanti e creando la suggestiva sensazione che la musica si generi direttamente dalle pareti.

Sempre legata ad un contesto artistico è la genesi di Vice-Versa, Etc…, lavoro commissionato alla Radigue da Lara Vincy che nel 1970 organizza una mostra collettiva presso la sua galleria al 47 di Rue de Seine, nel quartiere di St. Germain des Prés, dove si trova tuttora. La Vincy chiede a ciascun partecipante di creare delle opere nuove in edizione limitata da esporre e vendere soltanto nella galleria. Eliane Radigue realizza dieci copie di Vice-Versa, Etc…, ogni esemplare del quale viene messo in vendita alla cifra, considerevole per l’epoca, di 100 franchi. L’opera si presenta come una piccola scatola fatta a mano, firmata e numerata, che contiene una bobina di nastro magnetico e le istruzioni per suonarla che permettono ogni velocità di produzione, sia avanti che indietro, e anche qualsiasi combinazione dei due canali. Questo consente di creare varie versioni del pezzo alla maniera di Σ=a=b=a+b.

Opus 17 è una raccolta di lavori che la Radigue crea per la Fête en blanc organizzata dagli artisti visivi Antoni Miralda, Joan Rabascall, Dorothée Selz e Jaume Xifra che si tiene presso il Centro artistico di Verderonne il 23 maggio 1970. Opus 17 si può considerare una sorta di ideale compendio delle tecniche della manipolazione dei feedback su nastro magnetico utilizzate fino a qui dalla compositrice. Troviamo anche due brani che sfruttano una tecnica inedita per la Radigue. In questi pezzi Étude e Maquette due loop, presi rispettivamente da uno degli Étude di Chopin e dal Parsifal di Wagner, subiscono un processo analogo a quello utilizzato da Alvin Lucier in I am sitting in a Room (1969): il loop viene riprodotto in un ambiente e registrato, la nuova registrazione viene suonata nuovamente e ancora registrata; questo processo viene ripetuto finché il loop iniziale non viene distorto e dilatato e le risonanze dell’ambiente circostante non prendono il sopravvento. Opus 17 suscita un enorme impressione nel giovane Rhys Chatman che può ascoltarlo a New York nel 1971, anno in cui Eliane Radigue si reca negli Stati Uniti per provare il sintetizzatore Buchla 100 installato alla New York University: «Quello che sentii» dice Chatman «cambiò il corso della mia vita come compositore». (3)

Note
1. E. RADIGUE, E. HOLTERBACH, «Interview about the Feedback Works, Paris, April 5th, 2011», intervista contenuta nel booklet dell’lp Feedback works di E. Radigue, pubblicato da Alga Marghen (2014).
2. Nell’intervista citata «Interview about the Feedback Works, Paris, April 5th, 2011», Eliane Radigue afferma che l’installazione fu esposta alla «Galerie Rive Gauche in Paris», ma sul sito ufficiale di Tania Mouraud si legge che si trattava della «Galerie Rive Droite».
3. Booklet di Opus 17 di Eliane Radigue, pubblicato da Alga Marghen (2015).

Vedi anche:
E. RADIGUE, E. HOLTERBACH, «Interview about the Feedback Works, Paris, April 5th, 2011», intervista contenuta nel booklet dell’lp Vice-Versa di Eliane Radigue, pubblicato da Alga Marghen (2014).
Intervista a Eliane Radigue di Cornelia Primosch e Daniela Swarowsky contenuta nel dvd IMAfiction #04 09 Eliane Radigue: ein Portrait von IMA (2009).
E. HOLTERBACH, Eliane Radigue, biografia sul portale web dell’IMA.
Intervista a Elian Radigue di Evelyn Gayou per INA GRM (2014).

img: Eliane Radigue, da L’entretien infini – Eliane Radigue – Conversation avec Hans Ulrich Obrist (2014)

I lavori per feedback di Eliane Radigue /2 ultima modifica: 2016-04-19T10:26:21+02:00 da Giulia Sarno

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