Call for works #10 | Magnetic tape

di Redazione

Pubblichiamo i risultati del Call for works di maggio-giugno 2021, dedicato a opere sonore che prevedono l’impiego di nastro magnetico (bobine e/o audiocassette). Ha partecipato alla selezione, oltre alla redazione di musicaelettronica.it, anche Leonardo Rubboli (Tempo Reale). Qui di seguito l’elenco dei pezzi selezionati, accompagnato da brevi descrizioni degli autori e link di approfondimento. Ringraziamo i numerosi partecipanti e ci riserviamo di pubblicare prossimamente su musicaelettronica.it gli altri lavori.

GIULIA DEVAL Terrapolis (Ambient Noise Session, 2020)

Per Donna Haraway, Terrapolis è uno spazio di nicchia n-dimensionale, uno spazio aperto, indeterminato e politemporale per specie compagne che si costruiscono a vicenda. Giulia Deval prova ad accedere a questo spazio tramite la voce e dà il via a una serie di tentativi per la creazione di creature sonore ibride utilizzando un set estremamente lo-fi costituito da cassette player manipolate, nastri magnetici ritrovati e preparati, piezi su testine, sequenze di feedback che ricordano field recordings di uccelli, effetti elettronici. Molti dei brani provano a dare una forma sonora ad alcune creature del bestiario Harawayano, mentre altri emergono da nuove suggestioni come la traccia Guys doing Parkour e An eagle’s cry, dedicata al nativo americano ingiustamente incarcerato Leonard Peltier, con estratti dai suoi scritti di prigione letti da Giulia Deval e rielaborati su nastro.

DEVID CIAMPALINI, Sorgente (Canti Magnetici, 2021)

Sorgente is the first solo album by Devid Ciampalini. Recorded in a period of isolation spent in Garfagnana, a geographical and historical area in Tuscany, between the Apuan Alps and the main chain of the Tuscan Emilian Apennines, Sorgente reflects the nature of his genesis and the shapeless character of the watercourses which inspired it.
On the footsteps of itineraries traveled in youth, Devid opens a dialogue between the natural elements of these unspoiled landscapes and the analog equipment used for processing and revealing what captured during the recordings sessions.
The electronic bleep blops of these strange and lively compositions have something that recalls the blossoming mushrooms, the vivid green of the moss that springs up on the stones, the smells of the undergrowth, the movements of all the micro fauna that lives in the so called Alta Valle del Serchio and something of the gentle and bizarre character of Devid himself.
As the well-known Italian metaphonist Marcello Bacci, also from Tuscany, Devid seems to research something of secret and hidden into the sounds he’s playing with. Surrounded by tape recorders, old synthesizers, sonorous objects and strange self-made stuff, Devid moves like a medium in the middle of his experience, filtering and mixing, and then redistributing sound bubbles in the attempt of blending natural phenomena and electronica into new elements, sometimes more abstract, sometimes more concrete.
Recording devices provide a chance of spirit communication and try to connect us to this different plane of reality. The sound, after switching to a reel-to-reel tape recorder, and after being randomly cut and pasted, reveals itself completely at about ear level as an ecologically shimmering sound system.

STEFANO GIAMPIETRO, L’ultimo nastro di Krapp (inedito, 2021)

L’ultimo nastro di Krapp prende il nome dall’omonima opera di Samuel Beckett in cui il protagonista instaura un rapporto con il sé stesso passato, riascoltandone le parole incise in bobine di nastro magnetico. Il brano è diviso in tre macro sezioni composte da materiali creati utilizzando diversi registratori a bobine e a cassetta. Ho tagliato e ricomposto brandelli di nastro formando degli anelli in cui ho riversato suoni selezionati, manipolati toccando fisicamente il nastro.

DRAGUMANO (FRANCESCO TONINELLI + RENATO GRIECO), La miseria (inedito, 2021)

Nastri ritrovati e sbiaditi, uniti dall’infamia dell’oblio. Come tombaroli abbiamo scavato nei rispettivi archivi alla ricerca di frammenti improbabili e osceni, ne abbiamo ricavato anche dei canti. Il nastro magnetico non è qui solo supporto e simbolo poetico ma incorpora con la polvere dei cassetti dove è stato trovato lo scarto, lo sporco e l’obsoleto; vanno a contribuire ad un’idea di umiliazione e mancanza: la miseria.

Call for works #10 | Magnetic tape ultima modifica: 2021-07-28T18:00:00+02:00 da Luisa Santacesaria

Lascia una risposta