Elektronmusikstudion: l’infinita onda dell’elettronica svedese

di Johann Merrich*

Dal 1964, l’Electronic Music Studio di Stoccolma accoglie ininterrottamente artisti provenienti da ogni parte del mondo per offrire loro spazi, tecnologie e attività educative. A differenza della maggior parte degli enti europei frutto della volontà di uno o due compositori, gli studi svedesi non sono legati all’esclusiva poetica di un preciso padre fondatore, ma sono stati scolpiti da un processo collettivo che potè verificarsi grazie alla congiunzione favorevole di più elementi: il supporto economico dello Stato, la presenza di una radio nazionale ricettiva e un’attitudine curiosa da parte degli artisti [1]. La singolare sopravvivenza dell’EMS di Stoccolma alle avversità del tempo e ai cambi di rotta della storia è scaturita da molteplici visioni sull’arte elettronica, visioni che iniziarono a muovere i primi passi in virtù di un’altra storica istituzione svedese creata da – e per – artisti: il Fylkingen.

Fondata nel 1933 dal compositore Ingemar Liljefors con lo scopo di proporre musica da camera, l’associazione Fylkingen cominciò a spostare le sue attenzioni verso le arti sperimentali nel 1950, quando il compositore Karl-Birger Blomdahl ne fu eletto presidente. Futuro direttore del Dipartimento di Musica della radio nazionale svedese (1964), Blomdhal era – dagli anni Quaranta – il fulcro delle riflessioni sul modernismo in Svezia e il suo appartamento era divenuto da oltre un lustro il luogo di ritrovo del Måndagsgruppen, un gruppo di compositori, musicologi e musicisti che si riunivano ogni lunedì (måndag) per discutere del rinnovamento musicale della Svezia [2]. Desiderosa di diffondere moti di innovazione, la nuova direzione di Fylkingen organizzò il primo concerto di musica concreta della Svezia nel 1952 [3] avviando un cambiamento inarrestabile nei linguaggi musicali nazionali: a partire dal 1953, il Paese iniziò ad accogliere le prime composizioni elettroacustiche autoctone, come “Party” (1953) di Rune Lindblad o “Doppelrohr II” di Bengt Hambraeus (1955). 

Carenti di conoscenze e tecnologie, per realizzare le proprie opere con nastri magnetici e oscillatori i pionieri svedesi avevano poche opportunità: potevano approfittare di poveri studi privati, come quello di Lindblad all’università di Göteborg o richiedere il permesso per accedere al rudimentale studio per gli effetti speciali della radio nazionale di Stoccolma, luogo ove Blomdhal realizzerà gli inserti elettronici su nastro magnetico destinati all’opera di fantascienza “Aniara” (1959). I più fortunati si recavano all’estero per visitare i centri di produzione delle radio straniere, ed è questo il caso di Hambraeus, che comporrà “Doppelrohr II” dopo un periodo di lavoro alla radio di Colonia e “Costellazione per organo e musica elettronica”, creato nel 1959 allo Studio di Fonologia di Milano. 

Nel 1959 Knut Wiggen viene eletto nuovo direttore del Fylkingen: il pioniere della computer music era fresco di un soggiorno biennale a Darmstadt, dove era andato in qualità di assistente del pianista e pedagogo Hans Leygraf. In Germania, Wiggen iniziò a interessarsi alla musica concreta ed elettronica e a frequentare colleghi come Schaeffer, Xenakis, Maderna e Stockhausen [4]; di ritorno a Stoccolma, si preoccupò di riformulare l’organizzazione del Fylkingen potenziandone le attività educative e stimolando la nascita di un corso per compositori desiderosi di imparare l’estetica e i principi compositivi della nuova musica. Allestiti in collaborazione con la Workers’ Educational Union – sindacato vicino al partito socialdemocratico – gli appuntamenti formativi del Fylkingen videro alternarsi docenti come Pousseur e Xenakis; per rendere possibili le lezioni, Wiggen e gli ingegneri Tage Westlund e Norman Gleiss si preoccuparono di allestire un piccolo studio per la musica elettronica presso la sede della Workers’ Education Society [5] e al termine dei seminari, nel 1961, gli allievi si organizzarono in gruppo per proseguire le attività di ricerca: nacque così la Stockholm Electronic Music Studio Foundation

Nel frattempo, l’influenza di Karl-Birger Blomdahl continuava a plasmare la cultura musicale degli svedesi: nel 1964 il compositore è invitato a dirigere il Dipartimento di Musica della radio nazionale, ruolo che accetta in cambio della costruzione di un nuovo studio per la musica elettronica in sostituzione del precedente – e assai primitivo – laboratorio per gli effetti speciali. Wiggen, Westlund e Gleiss sono chiamati a mettere in opera la nuova fucina della radio nazionale: ancora alla presidenza del Fylkingen, nel 1964 Wiggen sarà investito della direzione del nuovo studio che prenderà il posto del piccolo laboratorio della Stockholm Electronic Music Studio Foundation, smantellato per sempre. 

Nel 1968, alla morte di Blomdahl, la radio perse interesse nella musica elettronica e nello Studio che tornò a essere un’organizzazione indipendente supportata economicamente da Fylkingen, dall’Unione dei Compositori e dalla Royal Academy of Music [6]. Qualche anno dopo, nel 1970, la Svezia poteva vantare lo studio per la musica elettronica più sofisticato al mondo [7] provvisto persino di un computer PDP 15/40 implementato con una programmazione ad hoc per controllare le sorgenti sonore analogiche[8]. 

Da sempre attiva al Museo di Arte Moderna e temporaneamente alloggiata in un vecchio cinema, a partire dagli anni Ottanta l’associazione Fylkingen trova finalmente una stabile sistemazione nell’ex fabbrica di birra poco distante dall’EMS, rinsaldando così una storia d’amore e collaborazione nata negli anni Sessanta e destinata a durare ancora a lungo. O almeno, così si spera [9].

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Note

[1]. Magnus Haglund in Frances Morgan, “EMS: Utopian Workshop”, The Wire, July 2014 (Issue 365), pp. 33, https://musikverket.se/wp-content/uploads/2014/09/EMS-i-The-Wire_041_juli.pdf

[2]. Karl-Birger Blomdahl, in New Music of the Nordic Countries, a cura di J. White, J. Christensen, K. Kornhonen, Pendragon Press, New York 2002, p. 498.

[3]. Paul Pignon, “Fylkingen – New Music & Intermedia Art. Sixty Years of Radical & Experimental Art, 1933 – 1993. English Summary”, http://fylkingen.se/boken_summary

[4]. Dalla biografia raccolta nel sito ufficiale di Wiggen, http://www.knut-wiggen.com/Biography.html

[5]. Dal sito ufficiale di Wiggen, http://www.knut-wiggen.com/EMS_e.html

[6]. Sanne Krogh Groth, “EMS: The Electronic Music Studio in Stockholm”, © koninklijke brill nv, leiden, 6 | doi 10.1163/9789004310506_015.

[7]. Jean Christensen, John White, New Music of the Nordic Countries, op. cit., p. 551.

[8]. http://www.knut-wiggen.com/EMS_e.html

[9]. Nel settembre del 2022 il Fylkingen ha ricevuto una notifica di sfratto; le trattative per il rinnovo del contratto sono ancora in corso, https://www.nutidamusik.com/nm-in-english/.

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img © Eeviac

Organizzatrice di suoni, Johann Merrich si occupa di ricerca e sperimentazione elettronica. I suoi progetti in solo ed ensemble – presentati a Santarcangelo Festival (2018) e alla Biennale D’Arte di Venezia (Padiglione Francia, 2017) – sono stati accolti come opening da artisti quali Zu, Teho Teardo, Mouse on Mars, Roedelius ed Evan Parker. Direttore artistico della netlabel electronicgirls, dal 2018  fa parte assieme a eeviac de L’Impero della Luce, duo dedicato alle sonorità dei campi elettromagnetici. Nel 2019 ha pubblicato per Arcana Edizioni il libro “Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste”. A partire dal mese di maggio 2019, propone per musicaelettronica.it una nuova visione della storia della musica elettronica.

http://johannmerrichmusic.wordpress.com/ | https://soundcloud.com/johann-merrich

Elektronmusikstudion: l’infinita onda dell’elettronica svedese ultima modifica: 2022-12-22T12:50:37+01:00 da Luisa Santacesaria

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