I dischi del mese | luglio 2019

di Marco Baldini

Nel nostro ultimo appuntamento prima delle vacanze, segnaliamo le ultime uscite discografiche più interessanti.

  1. Winfried Mühlum-Pyrápheros | Musica Nova Contemplativa [BLUME16]

Aspettavo da tempo la ristampa di questo disco misterioso originalmente edito nel 1970 del quale da anni si era quasi del tutto perduta la memoria e, dato che sono in qualche modo coinvolto direttamente nella catena di eventi che hanno portato a questa nuova edizione, mi sento particolarmente felice che Blume abbia reso finalmente possibile ascoltare nella sua interezza questa incredibile opera.

Di Musica Nova Contemplativa mi parlò più volte qualche anno fa Emmanuel Holterbach con toni entusiastici, magnificandone la qualità compositiva e il potere evocativo. Purtroppo della musica del disco non c’era traccia in rete e l’edizione originale dell’LP era, e suppongo sia ancora, introvabile. Emmanuel, che possiede ben due copie dell’edizione originale, purtroppo era impossibilitato a fornirmi una copia digitale del disco, perché stava portando a termine un trasloco. Incuriosito e smanioso ne parlai poi con Fabio Carboni (Die Schachtel, SoundOhm e, appunto, Blume), uno dei maggiori conoscitori di musica che conosca, a cui trasmisi la brama per questo disco e che si mise subito sulle tracce dei nastri originali, che hanno portato ora a questa fondamentale ristampa.

Winfried Mühlum-Pyrápheros è un artista tedesco di origine greca che si occupa soprattutto di arti visive con una ricerca che abbraccia la pittura, la scultura cinetica e l’installazione luminosa. Questa è la sua unica opera musicale mai stata editata. Musica Nova Contemplativa è una composizione in dodici parti per organo, violino e piccole percussioni. Gli esecutori sono lo stesso Mühlum-Pyrápheros al violino e Johann Georg Ickler all’organo. Un disco con il quale il paragone viene spontaneo, anche per la strumentazione analoga, è Motore Immobile, il capolavoro del 1978 di Giusto Pio del quale condivide l’incedere meditabondo e quieto, per quanto Musica Nova Contemplativa abbia una qualità più umbratile, chiaroscurale, rispetto all’apollineo e ascetico Motore Immobile.

Per il resto mi affido alle parole, perfette, che Emmanuel Holterbach scrisse nel 2015 in un commento sulla pagine dedicata al disco di Muhlum Pyrapheros su Discogs, ben prima che questa nuova release fosse pensata: “This record is a beautiful secret. Works by German painter and sculptor Winfried Mühlum-Pyrápheros for organ, percussion and violin. What you will hear there is 12 immersive, discrete and overwhelming musical stasis. Nothing to be compared to any boring academic 12 tones serial shit as too many composers were doing at the time. These works share a common spirit with composers like Morton Feldman, somehow Ligeti, Scelsi or even Crumb. Motionless soundscapes, a little swell of sounds, quietly transforming patterns of chords, sonic embroyderies (and you don’t know what instrument you are exactly listening to), mesmerizing halo of frequencies. What is also impressive is that, this 12 short pieces sound neither short or long, they sound like portions of eternity…
This is a very intense work by this artist who wanted to create a contemplative atmosphere with sounds for his exhibitions. And this is a complete succes!
Nova Musica Contemplativa is certainly a must have for anyone who have an interest in minimal composition, shadow music, and artist who have a know how to make time stand still.” 

Musica Nova Contemplativa esce per Blume con il nuovo master di Giuseppe Ielasi.

2.   kNN – queste cose non avvennero mai ma sono sempre / rlecchinesque [Canto 22]

kNN è lo pseudonimo di Renato Grieco, sound artist, contrabbassista e compositore partenopeo noto anche per essere una metà del duo Les Enervés (con Giulio Nocera) e uno degli instancabili organizzatori del festival La Digestion.
Il suo nuovo lavoro esce su doppia cassetta per Canti Magnetici, l’iconica etichetta di sound art diretta da Donato Epiro e Gaspare Sammartano, a pochi mesi da Alta Moda Animale, suo primo disco solista (edito dalla romana Pseudomagica).
Si tratta di due lavori distinti: queste cose non avvennero mai ma sono sempre è un lavoro che, come racconta Renato nelle note di copertina, è composto da “reminiscenze che subiscono il più arbitrario degli assemblaggi per esalare il loro ultimo respiro magnetico”, ovvero porzioni di nastri magnetici riesumati dall’archivio personale del compositore.
Il lavoro è contraddistinto da una forte coerenza estetica e narrativa, nonostante la natura spuria del materiale di partenza, e da un profondo potere evocativo amplificato dalla grana povera delle registrazioni. Nonostante l’opera di assemblaggio manuale lasci pensare a esiti classici da musica concreta (orizzonte espressivo a cui guarda da sempre Renato Grieco), qui ci troviamo in territori inaspettatamente diversi, sebbene affini. In Vernacularia, il loop di nastro dal sapore malinconicamente ieratico ricorda, sorprendentemente, William Basinski, mentre nei loop di feedback di Cono d’ombra  emergono addirittura echi dei primissimi lavori di Eliane Radigue (i Feedback Works, appunto, “riscoperti” da Emmanuel Holterbach e pubblicati su Alga Marghen e Important Records).

rlecchinesque è invece il frutto di un diario sonoro giornaliero raccolto tramite registratori a cassetta e definito da una tecnica di registrazione particolare “utilizzando una singola cassetta audio per ogni mese, permettendomi di andare avanti e indietro sul nastro per sovrascrivere ciò che è stato registrato con nuovo materiale, corrompendo l’orizzontalità originale del documento”.

I dischi del mese | luglio 2019 ultima modifica: 2019-07-30T09:04:53+02:00 da Luisa Santacesaria

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