NEW BOOKS | “Between Air and Electricity” di Cathy van Eck

di Daniela Fantechi

 

[For English translation click here]

A febbraio 2017 è uscito per la casa editrice Bloomsbury il volume Between Air and Electricity. Microphones and Loudspeakers as Musical Instruments, scritto dalla compositrice e sound artist belga Cathy van Eck. Argomento del libro sono i microfoni e gli altoparlanti, che l’autrice osserva da una prospettiva estremamente interessante e peculiare.
Microfoni e altoparlanti sono una tecnologia onnipresente da decenni nella vita quotidiana; la loro funzione di amplificazione e riproduzione è progettata e sviluppata su un principio di trasparenza. Questi dispositivi non sono fatti per essere visibili, né perché il loro suono sia riconoscibile: tanto più alta è la loro qualità, infatti, tanto più alto è il valore di trasparenza sonora.
Forse, proprio per via di questa qualità “inaudibile” ­– ritenuta un requisito necessario – microfoni e altoparlanti sono stati raramente analizzati per la loro capacità di modellare il suono.
Questo libro si pone come obiettivo quello di esplorare sistematicamente gli usi radicalmente alternativi di questi dispositivi, partendo da una domanda centrale: microfoni e altoparlanti possono essere considerati gli strumenti musicali della nostra epoca?
Il volume non intende essere un compendio sullo stato della tecnologia di questi mezzi, quanto una riflessione sulla pratica artistica che ha scelto microfoni e altoparlanti come gli strumenti alla base della propria ricerca musicale.

Partendo dal suo punto di vista di compositrice, Cathy van Eck esplora l’utilizzo di altoparlanti e microfoni quali strumenti che, nelle mani di sound artist e compositori, hanno cambiato la definizione tradizionale di strumento e le relazioni tra suono e gesto performativo. L’autrice riflette sul fatto che uno degli aspetti più evidenti di ogni strumento musicale è la relazione diretta tra il gesto del musicista e il suono prodotto dallo strumento: il suono cambia secondo il gesto e, conseguentemente, si genera una chiara comunicazione visiva con l’ascoltatore. Questo tipo di comunicazione, che normalmente non è associato al consueto utilizzo dei sistemi di amplificazione – proprio in virtù del principio di trasparenza sonora sopra citato – si ritrova in molte opere in cui microfoni e altoparlanti sono parte determinante della performance musicale, nonché mezzo di creazione del suono.

Nei primi capitoli del libro, Cathy van Eck contestualizza e analizza, anche da un punto di vista storico, la diffusione di microfoni e altoparlanti nella creazione musicale. Partendo dai primi fonografi e dai primi esperimenti sul suono, conduce un excursus sulle prime ricerche di Hermann von Helmholtz e di Alexander Bell, sulla riproduzione e sull’amplificazione del suono, e riflette sul peso che lo sviluppo di queste tecnologie ha avuto nel cambiare radicalmente l’estetica dell’ascolto durante il XX secolo.

Per essere in grado di analizzare e comparare diverse situazioni musicali in cui sono usati microfoni e altoparlanti, l’autrice individua quattro categorie chiave che ne riassumono l’utilizzo: riproduzione, supporto, generazione e interazione. La prima categoria si riferisce alla possibilità di riprodurre, anche attraverso un comune sistema stereo, qualsiasi tipo di musica: per questo microfoni e altoparlanti, seguendo i principi di trasparenza, sono progettati per effettuare buone registrazioni e riprodurle con la più alta fedeltà possibile, cercando di restituire l’impressione di un’esecuzione dal vivo. La seconda categoria si riferisce alla funzione di amplificazione, per cui microfoni e altoparlanti possono aggiungere volume agli strumenti come se, attraverso l’elettricità, si creasse una sorta di cassa di risonanza – sempre basata sui principi di trasparenza – per cui al suono originale non si dovrebbe aggiungere il suono del sistema di amplificazione.
La terza categoria, quella della generazione, è invece il primo passo verso un’emancipazione dall’idea di riprodurre o supportare suoni già esistenti, spostando l’attenzione verso il suono puro di un segnale elettrico e verso tutto quel mondo sonoro che può esistere solo attraverso il passaggio dal microfono e dall’altoparlante.
Con l’ultima categoria, l’interazione, si fa infine riferimento alla possibilità di considerare microfoni e altoparlanti come veri e propri strumenti, ovvero non più come dispositivi passivi, tesi a riprodurre e a supportare fedelmente altri suoni, ma come essi stessi possibili produttori di suono, osservando, dalla prospettiva della relazione tra musicista e strumento, le diverse possibilità di interazione con le caratteristiche fisiche e materiche dei microfoni e degli altoparlanti utilizzati per creare e modellare il suono.

Dopo aver delineato il quadro storico e aver tracciato queste linee di approccio verso le possibili declinazioni del suono amplificato, Cathy van Eck si concentra sugli esempi di una prassi artistica che pone i microfoni e gli altoparlanti al centro della propria indagine, e segue l’evoluzione di questa ricerca portando numerosi esempi di brani in cui le categorie sopra descritte sono forzate dall’interno, e le riflessioni sulle specificità di microfoni e altoparlanti sono alla base dell’idea compositiva.
L’autrice indaga perciò quello spazio tra aria ed elettricità (between air and electricity) che ha attratto molti compositori e musicisti, da Schaeffer, a Stockhausen, Hugh Davies, Alvin Lucier e moltissimi altri ancora, fino a oggi.

L’idea di questo lavoro è il frutto di una prima collaborazione fra Cathy van Eck e Wolfgang Heiniger a Berlino, che l’autrice ha poi sviluppato durante il suo Dottorato all’interno del programma docARTES dell’Orpheus Institut di Ghent. Van Eck cita come fonti d’ispirazione per la propria ricerca i libri di Pierre Schaeffer, Simon Emmerson, Trevor Wishart, Nicolas Collins[1], e sottolinea l’importanza dei numerosi scambi di idee e delle sperimentazioni fatte con molti artisti, tra cui Andrea Neumann, Ute Wassermann, Annea Lockwood, Valerina Maly, Paul Craenen, Kirsten Reese, Lara Stanic, Anne Wellmer, Birgit Ulher. Queste collaborazioni, che rendono questa ricerca estremamente attuale e vivace, sono documentate da moltissimi esempi audio che completano il libro e che si possono trovare a questo link: http://microphonesandloudspeakers.com

[1] Collins, Nicolas, Handmade electronic Music: The Art of Hardware Hacking, London, Routledge, 2009.
Emmerson, Simon (ed.), The Language of Electroacoustic Music, Basingstoke, Macmillian, 1986
Emmerson, Simon, Living Electronic Music, Farnham, Ashgate, 2007.
Schaeffer, Pierre, Traité des objets musicaux – Essai interdisciplines, Paris, Éditions du Seuil, 1966.
Schaeffer, Pierre, Solfege De L’objets Sonore, Paris, ina GRM/Les Éditions de Dreslincourt, 2005.
Wishart, Trevor, On sonic Art, London, Routledge, 1996.

 

NEW BOOKS | “Between Air and Electricity” di Cathy van Eck ultima modifica: 2017-04-21T10:00:35+02:00 da Luisa Santacesaria

Lascia una risposta