Ogni cosa è elettrificata. Le investigazioni elettromagnetiche di Christina Kubisch

di Johann Merrich*

Questa Breve Storia affonda le sue radici nel 1865, quando James Clerk Maxwell formalizzò una delle teorie più importanti per il progresso della nostra tecnologia: la teoria dell’elettromagnetismo. Capace di interpretare i fenomeni fisici indotti dalla corrente elettrica e dai magneti, il sistema coerente di Maxwell evidenziò la natura elettromagnetica della luce e portò – tra le varie cose – alla scoperta della radiazione elettromagnetica da parte di Heinrich Rudolf Hertz

La nostra vita è immersa nelle onde elettromagnetiche, naturali e artificiali: dalla sveglia elettronica che abbiamo sul comodino al nostro smart-phone, dall’accensione di un interruttore al motore della nostra automobile, quanto ci circonda esiste in virtù dell’elettromagnetismo. 

Servirebbe molto più di una succinta introduzione per raccontare i prodigi e le meraviglie di questo fenomeno: ci limiteremo a dire che le onde elettromagnetiche sono generate dalle variazioni dei campi elettrici e magnetici nello spazio e non hanno bisogno di un mezzo per propagarsi; a seconda della loro lunghezza, le onde elettromagnetiche presentano diversa energia manifestandosi con intervalli e frequenze differenti. Dello spettro elettromagnetico fanno dunque parte le onde radio, le microonde, le radiazioni infrarosse e ultraviolette, i raggi X, i raggi Gamma… e anche luce e i colori sono manifestazioni di un segmento di questo spettro.

L’elettromagnetismo è indubbiamente il componente fondamentale della nuova musica: dalle ruote foniche ai più moderni pick up, la sua esistenza è stata – ed è – il cuore pulsante di quanto è elettrificato, trasdotto, amplificato, automatizzato…

L’attrazione per l’affascinante suono della corrente elettrica è vecchio quanto la storia della nuova musica e ha generato nel corso del tempo un insieme di strumenti – come il Singing Arc di William Duddel (1899) – e sperimentazioni – si pensi alle opere Fluorescent Sound di David Tudor (1964) o Earthing di Martin Kalve (1978) – che trovano il loro culmine nella creazione di una vera e propria arte del suono elettromagnetico di cui Christina Kubisch (1948) è la più celebre e importante pioniera.

Milanese di adozione tra il 1974 e primi anni Ottanta, dopo aver terminato gli studi in composizione con Franco Donatoni e in elettronica con Angelo Paccagnini, Kubisch comprende la necessità di approfondire le sue conoscenze e decide così di frequentare due anni di lezioni serali in elettronica al Politecnico di Milano. È proprio in questa fase di studio che scopre le capacità di amplificazione del suono elettromagnetico celate nelle bobine di rame di un vecchio telefono: i piccoli dispositivi rivelano un universo di suono nascosto ed è così che il silenzioso ronzio dei circuiti elettrici delle apparecchiature custodite nel laboratorio del Politecnico si palesarono alle sue orecchie, dando stimolo alla gestazione della sua prima installazione dedicata al mondo elettromagnetico. 

Nei primi anni Ottanta, Kubisch progetta con un ingegnere di Bologna un paio di cuffie speciali: dei dispositivi d’ascolto a induzione elettromagnetica che permettono di udire il misterioso suono della corrente elettrica che avvolge il nostro quotidiano. Grazie ai nuovi sistemi di ascolto, Kubisch inventa le Electrical Walks, passeggiate organizzate nelle metropoli per indagarne i paesaggi elettromagnetici. Spiega Kubisch in un’intervista del 2006:

“Ogni corrente in un conduttore elettrico, ad esempio un filo o un cavo, genera un campo elettromagnetico. Queste correnti possono essere “musicali”, come i segnali che attraversano i cavi degli altoparlanti; oppure possono provenire da attività elettrica nelle infrastrutture di edifici o città. La componente magnetica di questi campi viene rilevata dalle bobine del sensore nelle cuffie e, dopo l’amplificazione, questi segnali vengono resi udibili. Quindi, se c’è un campo elettromagnetico (diciamo, un cavo sotterraneo) e un altro nelle vicinanze (diciamo, le cuffie), i campi si captano a vicenda. Il suono salta nell’aria dall’uno all’altro”.

La mappatura delle metropoli diviene uno dei principali oggetti del lavoro artistico di Kubisch: comunicazioni digitali, sistemi di sicurezza, mezzi di trasporto, tutto rivela l’antropizzazione dei luoghi, disegnando nell’aria ritmi e texture come in una gigantesca composizione. Le onde elettromagnetiche non assurgono solo a nuovi oggetti dell’estetica musicale ma divengono anche il cardine dell’Antropologia Elettromagnetica, una definizione che Kubisch impiega per descrivere l’abilità di svelare e testimoniare l’impiego urbano di vecchie tecnologie destinate all’inevitabile obsolescenza; i suoni elettromagnetici dei vecchi tram della città di Milano o delle lampade a incandescenza divengono i testimoni inascoltati del progresso sulla linea della storia. 

Poliedrica artista che ha fatto di luce e suono le sue Stelle Polari, la nuova musica di Kubisch ha faticato non poco prima di trovare accettazione: prima di riuscire a evolvere il sistema di amplificazione sviluppato negli anni Ottanta, Kubisch dovrà affrontare l’ostilità di taluna critica, poco disposta a considerare “musica” quello che la compositrice proponeva all’ascolto. La barriera del pregiudizio sarà finalmente infranta nel 1999 quando, grazie alla partecipazione economica di alcuni sponsor, Kubisch riesce a realizzare un sistema di cuffie portatili più confortevole per le sue Electrical Walks e a inaugurare con una grande installazione a Potsdamer Platz (Berlino) un percorso di indagine elettromagnetica che oggi conta oltre 23 città in tutto il mondo. L’opera di Kubisch ha posto una pietra miliare nella nascita di una nuova scuola di sperimentazione musicale che oggi può vantare tenaci apostoli e appositi dispositivi musicali destinati all’esplorazione di quanto è da sempre considerato silenzio.

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img © Eeviac

Organizzatrice di suoni, Johann Merrich si occupa di ricerca e sperimentazione elettronica. I suoi progetti in solo ed ensemble – presentati a Santarcangelo Festival (2018) e alla Biennale D’Arte di Venezia (Padiglione Francia, 2017) – sono stati accolti come opening da artisti quali Zu, Teho Teardo, Mouse on Mars, Roedelius ed Evan Parker. Direttore artistico della netlabel electronicgirls, dal 2018  fa parte assieme a eeviac de L’Impero della Luce, duo dedicato alle sonorità dei campi elettromagnetici. Nel 2019 ha pubblicato per Arcana Edizioni il libro “Breve storia della musica elettronica e delle sue protagoniste”. A partire dal mese di maggio 2019, propone per musicaelettronica.it una nuova visione della storia della musica elettronica.

https://soundcloud.com/johann-merrich

http://johannmerrichmusic.wordpress.com/

Ogni cosa è elettrificata. Le investigazioni elettromagnetiche di Christina Kubisch ultima modifica: 2020-10-23T09:58:00+02:00 da Luisa Santacesaria

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