I dischi del mese | aprile 2020

di Marco Baldini

Torna l’appuntamento dedicato alle ultime uscite discografiche, dove segnaliamo le pubblicazioni più interessanti dell’ultimo periodo.

  • Christina Kubisch – Italienische Stücke [TA158] (Tochnit Aleph 2020)
Tochnit Aleph è un’etichetta attiva a Berlino da più di venticinque anni, dedita soprattutto alla promozione e pubblicazione di lavori di sound art ma anche di elettroacustica e classica contemporanea. Legata a doppio filo alla storica galleria d’arte Rumpsti Pumpsti, il suo catalogo ospita nomi importanti: Hermann Nitsch, Hartmut Geerken, Mario De Vega, Henry Chopin, Zeitkratzer, e molti altri ancora.
Italienische Stücke è una delle ultime uscite e presenta il lavoro di un’artista che non ha bisogno di presentazioni. Christina Kubish (Brema, 1948) è una pioniera della sound art e la sua opera è un imprescindibile tassello della storia della musica elettroacustica. Le sue intuizioni hanno tracciato un parallelo possibile fra il mondo della performance art, della psicoacustica e del minimalismo creando un corpus di lavori che disegnano un percorso musicale originale e imprevedibile ma sempre coerente.
Come allude anche il titolo, Italienische Stücke raccoglie cinque lavori elaborati dalla Kubisch nel decennio in cui visse in Italia, dove approdò nel 1974 per studiare composizione e musica elettronica al Conservatorio di Milano.
Il disco si apre con Liquid Piece, lavoro registrato nel 1976 all’Experimental Intermedia Foundation di Phill Niblock, a New York, che vede la Kubisch insieme all’artista Fabrizio Plessi, suo storico collaboratore (nel 2017 è stato ristampato da Son Cycle il loro lavoro Two and Two, originariamente uscito per Multhipla nel 1976). Il pezzo per flauto (suonato dalla Kubisch), microfoni a contatto e cento bicchieri di vetro ci spiazza subito per la sua forte dimensione perfomativa che lo avvicina agli esiti di certa improvvisazione radicale. Segue il concitato Identikit per cinque pianisti e un pianoforte, cinque registratori a cassetta e cuffie, in cui cellule melodiche veloci e ostinati si intersecano, ma con una modalità esecutiva più selvaggia che lo colloca altrove rispetto ai coevi pezzi per piano di compositori minimalisti basati sui medesimi presupposti. Circles I (1984) per flauto, voice e tape delay e Costante Variabile (1981) per flauto, segnali radio, field recordings e oggetti elettromagnetici ci immergono nell’universo sonoro della Kubisch caratterizzato da stratificazioni sonore profonde ma delicate, fenomeni acustici e battimenti.

  • Amplify 2020
Amplify 2020 è un progetto meta discografico (ne avevamo già parlato qua) pensato da Jon Abbey, patron della label di culto Erstwhile Records, per sostenere gli artisti sperimentali e diffondere la loro musica composta nel periodo della quarantena mondiale causata dalla pandemia del virus SARS-CoV2.

Il progetto, che si riverbera sull’omonimo gruppo Facebook e sull’omonima pagina Bandcamp, sta coinvolgendo musicisti e compositori che gravitano intorno all’universo sonoro promosso da Erstwhile con qualche eccezione: si spazia, quindi, da compositori Wandelweiser come Antoine Beuger ai decani dell’elettroacustica americana come Aaron Dilloway, Kevin Drumm e Jason Lescallet, dal riduzionismo tedesco EchtZeit di Burkhard Beins e Annette Krebs a quello americano di Greg Kelly e Sean Meehan, e molto, molto altro. Ce n’è per tutti i gusti e i propositi e gli esiti sono diversi: si va dal divertissement rumoristico fine a se stesso a vere e proprie composizioni. Di seguito ne propongo alcuni  che ho avuto modo di apprezzare (al momento in cui scrivo sul bandcamp di Amplify 2020 ci sono già più di cinquanta lavori di altrettanti artisti).

Nate Wooley – Primary Material for Failure One

Sean Meehan – Souvenirs

Judith Hamann – days collapse days collapse night
Ryoko Akama – she attempts to amplify things and quite likes it
Antoine Beuger – froberger – affligée et tombeau (repeated)
I dischi del mese | aprile 2020 ultima modifica: 2020-04-30T09:40:48+02:00 da Luisa Santacesaria

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